ISTAMPOOL

  Di Antonio Mastrobuono

 

Fiumi di parole… estremi tentativi di trovare un perché. Non c’è un perché, c’è il giuoco del calcio che corre novantanove volte su cento lungo i binari della razionalità e una volta, una sola stramaledetta o strabenedetta volta, si manifesta “ a braccio”. La notte turca rossonera ha davvero sconvolto l’Italia pallonata, sconvolto in positivo i “gufi” appollaiati sui “trespoli” (juventini e interisti su tutti), in negativo tutti gli esteti del calcio che sognavano ad occhi aperti una finale così palpitante ma mai e poi mai con quell’esito malefico. Vorremmo tuttavia si dimenticasse almeno per un attimo ogni riduttivo campanilismo strapaesano, vorremmo davvero ribadire che il Milan la sua finale l’ha giocata alla grande dominando in lungo e largo l’avversario, irridendolo addirittura nel corso di entrambi i tempi supplementari che verranno tuttavia ricordati erroneamente solo per l’incredibile miracolo del “pagliaccetto” polacco Dudek; il Milan la sua finale l’ha semplicemente buttata come si fa con un mozzicone di sigaretta dopo le fatidiche quindici tirate, il Milan ha perso solo ed unicamente per quegli incredibili, inimmaginabili, folli trecentosessanta secondi. Il perché non sia riuscito a riagguantare la sfera e scaraventarla in rete magari per altre tre volte, è materia che lasciamo allo psicologo dello sport. Noi, limitandoci al mero dato tecnico, potremo solo continuare a biasimare la non lucidità sotto porta del modesto Tomasson (impeccabile solo dal dischetto), la pessima serata di Seedorf, la doppia indecisione di Dida, i tardivi cambi di Ancelotti. Ma sembrano tutte obiezioni “deboli” che non rendono giustizia all’”impasse” milanista nella serata più delicata dell’ultimo biennio. Non rendono l’idea perché tre goal di margine al termine della prima frazione, non avrebbero autorizzato nessuno a scommettere un solo centesimo su un esito diverso dal trionfo rossonero… si badi bene trionfo e non semplice vittoria. E’ andata così e basta! Occorre che i supporters milanisti se ne facciano una ragione come se la fecero quelli juventini nell’incredibile pomeriggio del 14 maggio 2000 al Renato Curi di Perugina o come se la fecero gli interisti quel terribile 5 di maggio all’Olimpico di Roma… La vita, e di conseguenza anche il calcio, è una ruota che gira… oggi a me domani a te… inutile gioire o drammatizzare… inutile sparare o sperare… inutile irridere o lacrimare… “panta rei”  tutto passa, scorre e se ne va… coraggio ragazzi!